I 10 disastri della motorizzazione
La strage motoristica quotidiana
Buoni e cattivi - Le menzogne motorizzate

Ne uccidono più le automobili che la guerra o il terrorismo

Theodor Adorno
Quale chauffeur non sarebbe indotto, dalla forza stessa del suo motore, a filare a rischio e pericolo delle formiche della strada, passanti, bambini e ciclisti? Nei movimenti che le macchine esigono da coloro che le adoperano c'è già tutta la violenza, la brutalità, la continuità a scatti dei misfatti fascisti.
da Theodor W. Adorno - Minima moralia. Meditazioni della vita offesa Einaudi 1951-1994, p. 35-36.
Le parole di Adorno trovano un tragico riscontro nel drammatico bilancio di sangue del regime motoristico dove non è trascurabile il numero di formiche della strada uccise da auto, SUV, TIR, moto; ciclisti, pedoni, bambini sono stati di fatto espulsi dalle strade e quando tentano di riprendersele rischiano, come è avvenuto, di essere accusati come intralcio alla Sacra Circolazione Automobilistica.
Ezra J. Mishan
Analogamente uno studio dei costi e dei benefici di una nuova autostrada che prevedibilmente incrementerà il numero di morti per incidenti, non ha bisogno di conoscere il numero di morti attesi [...] dato che i benefici si misurano nella massima somma che gli automobilisti sono disposti a pagare per quella autostrada pur conoscendo i rischi addizionali che si assumono [...]
Ezra J. Mishan - Evaluation of Life and Limb: a theoretical approach - London 1971.
[...] the invention of the private automobile is one of the great disasters to have befallen the human race.
[...] l'invenzione dell'automobile privata è una delle grandi sciagure che hanno colpito il genere umano.
Ezra J.Mishan - The Costs of Economic Growth - London 1967.

Non si tratta di un'esagerazione con fini polemici, ma piuttosto una verità documentata dalle cifre, per lo meno nei paesi industrializzati.

L'O.M.S. stima in 1250000 (un milione duecentocinquantamila, dati 22 ott 2015) l'anno il numero di morti per incidenti stradali ogni anno nel mondo. Nell'ultimo secolo il totale dei morti da auto/moto dovrebbe essere superiore ai 50 milioni di morti. Un bilancio da guerra mondiale. Però la guerra mondiale è considerata da [quasi] tutti come una terribile sciagura, l'automobile da [quasi] tutti come un grande segno di progresso.

Se andiamo nei dettagli scopriamo che nei soli USA ogni anno muoiono uccise dalle automobili cinquantamila persone, l'equivalente del numero di caduti americani in otto anni di guerra nel Vietnam. Nella guerra in Iraq gli americani hanno perduto circa 150 uomini nella prima fase (un mese e mezzo) e più di un migliaio negli anni successivi, circa uno-due al giorno, mentre negli USA muoiono uccisi da auto e moto un centinaio di persone al giorno, nella più assoluta indifferenza; e bastano quattro anni per uguagliare il numero di morti della II guerra mondiale (duecentomila). Nella storia americana il numero di morti da automobile è già oggi di gran lunga superiore a quello totale dei caduti di tutte le guerre combattute dagli USA dal 1776 a oggi.

In Europa lo squilibrio tra guerra e automobile è ancora lontano da questi livelli, un po' perchè in Europa ci sono state più guerre e più sanguinose che negli USA, un po' perché la motorizzazione di massa è arrivata un po' più in ritardo. Ma se si limita il conto agli ultimi cinquant'anni il risultato è lo stesso che per gli USA.

In Italia auto e moto uccidono oggi (2013) circa 3400 persone l'anno (entro il 30° giorno, come causa di morte la cifra dovrebbe essere un po' superiore), cifra minore dei circa nove-diecimila morti annuali degli anni '60-'80. Principale fattore di questa riduzione è verosimilmente la progressiva sostituzione degli incroci con rotatorie che eliminano alla radice una delle principali cause di incidenti mortali. Ma anche così il numero di morti d'auto resta molto superiore a quello dovuto a criminalità o terrorismo che impressionano molto più la gente, a causa dell'enfasi dei media. In settant'anni di dopoguerra dovremmo essere vicini al mezzo milione di morti (nella II guerra mondiale i morti furono circa 200000, nella Grande Guerra circa 600000).


Sui mass-media domina incontrastata la logica automobilistica, quella che chiamerei dell'immacolata automobile secondo cui gli incidenti sono colpa della fatalità, dell'errore umano, del caso, mai dell'auto in quanto tale, ma solo di chi la guida e la usa male. Meglio ancora poi se si può scaricare la colpa sul pedone o sul ciclista che si è messo sulla strada dell'auto. Questa è una logica che viena applicata caso per caso, ma qui non stiamo parlando di quattro o cinque morti, ma, come visto, di milioni, tutti uccisi da auto, SUV, TIR, moto ecc.ecc.

Quando ragioniamo a livello globale, dobbiamo pur chiederci se questa logica del "caso per caso" abbia senso per spiegare una carneficina di tali dimensioni.

È illuminante allora la citazione di Adorno che ci mostra il vero profondo motivo di questa situazione: mettere un uomo alla guida di un veicolo con potente motore e capace di alte velocità, è di per sé un pericolo mortale per le "formiche della strada" (e anche per gli stessi automobilisti). L'uomo al volante è facilmente preda di istinti violenti, di delirio di potenza, di smania di velocità (il famoso "sorpasso") o anche più banalmente di colpi di sonno o di stanchezza, tutti fattori che portano al disastro.

Dire che è colpa di chi usa male l'auto e non dell'auto e dell'industria automobilistica, è esattamente come dire che la colpa delle stragi a opera di un pazzo in una scuola, frequenti negli USA, è del fato, della pazzia, del cattivo uso delle armi, e non anche e soprattutto della facilità con cui negli USA ci si può procurare un'arma e degli interessi dell'industria degli armamenti a mantenere questa situazione.

Il problema delle automobili è molto simile a quello delle armi; un'auto nelle mani di un pazzo o di un incapace è una vera e propria arma impropria. E l'atteggiamento dell'industria automobilistica è molto simile a quello dell'industria degli armamenti.

C'è la differenza ricordata sopra: i morti provocati dalle automobili sono molti di più di quelli causati dalle armi!!! (Nei paesi in pace per lo meno) E in particolare, molti di più di quelli provocati dal terrorismo.

E a proposito di terrorismo è significativo che l'ISIS abbia incitato a usare auto, furgoni, TIR come armi improprie per compiere stragi; per fare una strage non è più necessario un kamikaze imbottito di esplosivo o un gruppo armato di mitra, basta un auto, furgone o TIR!


Un altra considerazione: perché a fronte di più di un milione di morti per incidenti d'auto all'anno, ce ne sono "solo" qualche centinaio (sempre nel mondo intero) in incidenti ferroviari e aerei, nonostante l'aereo, e a volte persino il treno, sia percepito come molto più pericoloso dell'auto?

Si può invocare il fatto che le auto sono usate molto più spesso di treni o aerei? Non basta certo a spiegare un fattore di uno a duemila.

Uno dei fattori che rendono aerei e treni più sicuri, è che questi vengono nella stragrande maggioranza dei casi guidati da professionisti, soprattutto nel caso degli aerei dove i piloti devono sottoporsi a periodici controlli e a lunghi periodi di addestramento. Inoltre la circolazione ferroviaria e aerea avvengono su binari o corridoi aerei, guidati da torri o centri di controllo. Ormai potrebbero, e in parte già lo sono, essere guidati da automi, da software.

Le auto invece sono guidate per lo più da dilettanti che devono solo superare un esame della patente reso facile e con scarsi controlli successivi per un malinteso diritto alla mobilità e per soddisfare petrolieri e industria dell'auto. E circolano liberamente senza alcun supoorto o controllo.

E qui per concludere viene bene la seconda citazione, quella di Mishan, economista inglese che precorse la teoria della "decrescita" tornata recentemente in auge (si fa per dire, visto che è sistematicamente sbeffeggiata dai media ...), sottolineando che Mishan parlava di "auto privata" non di "auto" in generale.

Quindi non è questione di combattere la tecnologia, ma di come questa deve essere gestita. L'auto può starci ma solo a condizione che sia auto pubblica, in poche parole, in ordine di dimensione: taxi, minibus, autobus ecc.ecc. Se le auto fossero guidate solo da professionisti e solo per servizio pubblico, il numero di morti sarebbe molto molto minore, e molto molto minore sarebbe l'inquinamento, il traffico, la spazio rubato da parcheggi e autostrade ...


Purtroppo circa un secolo fa è stata fatta, prima negli USA, poi via via nel resto del mondo, la scelta opposta quella appunto di privilegiare l'auto privata con grande soddisfazione, utili e crescita per l'industria petrolifera e automobilistica e con le conseguenze che vediamo ogni giorno. E tornare su questa scelta oggi è maledettamente difficile.

Paradossalmente la sperimentazione di auto a guida automatica e lo sviluppo di sistemi informatizzati di autonoleggio/taxi tipo Uber, aprono scenari completamente nuovi, per certi versi inquietanti, ma con qualche aspetto positivo proprio nel prevedere la fine della guida e della proprietà privata dell'auto.