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Rovine di Galeria viste dalla strada Un edificio in rovina Portale a Galeria Il campanile di Galeria Santa Maria di Galeria Tipico panorama dalla Braccianese

Il nome di Galeria sopravvive nella toponomastica romana per due località Ponte Galeria e Santa Maria di Galeria entrambe rientranti nel territorio del comune di Roma. Ma il paese originale di Galeria abbandonato dal 1809 si trova in una località nascosta e fuori delle strade di comunicazione.

L'itinerario qui proposto è in verità su strade ben poco ciclabili, per lo più in mezzo al traffico, ma la meta è molto suggestiva.

Luogo di partenza può essere la stazione di Roma Monte Mario; usciti dalla stazione si raggiunge la via Trionfale qui molto trafficata, e la si prende verso sinistra in direzione "la Giustiniana". Il traffico diminuisce progressivamente ma la strada è stretta e occorre fare la massima attenzione. Arrivati alla Giustiniana, si sbocca sulla via Cassia di nuovo molto trafficata e si prosegue fino alla vicina frazione di Spizzichino dove sottopassando la ferrovia per Viterbo si imbocca la variante della via Braccianese più o meno trafficata a seconda della stagione e si prosegue fino a Osteria Nuova dove si gira a sinistra seguendo la via di Santa Maria di Galeria; questa è finalmente una strada tranquilla, e in meno di 2 km raggiunge l'omonimo borgo agricolo che merita una breve sosta. Si riprende la via e dopo poche centinaia di metri si trova sulla destra una strada di campagna sterrata; alla mia ultima visita c'era un cartello per Galeria; la si imbocca e dopo qualche centinaio di metri si raggiunge un piazzale davanti a un complesso di edifici agricoli. Sulla destra una stradina sterrata che può essere difficile da percorrere in bici permette di raggiungere le rovine di Galeria.

Per visitare le rovine conviene ovviamente lasciare la bici sul piazzale e fare molta attenzione; le rovine non sono custodite nè sottoposte a manutenzione regolare, quindi il pericolo di farsi male cadendo o inciampando è reale.

Il ritorno può avvenire per la strada dell'andata. Un'alternativa, qui non documentata, è quella di proseguire per la via di S. Maria di Galeria fino al bivio per la via di Boccea che riporta a Roma, quartiere di Primavalle.

Strana storia quella di questo paese che probabilmente corrisponde alla romana Careias (*). Nel medio evo vi ebbero sede i Conti di Galeria, di origine tedesca, fedeli all'imperatore e ostili al Papato (in una parola: ghibellini), che estendevano il loro potere su una vasta regione dell'alto Lazio. Sconfitti dai Guelfi i Conti di Galeria si estinsero nel XV secolo quando il loro castello passò agli Orsini. Il paese decadde fino ad estinguersi alla fine del Settecento, e ad essere definitivamente abbandonato nel 1809, forse per un epidemia di malaria.

A fine Ottocento Ferdinand Gregorovius, tedesco ma appassionato visitatore di Roma e dei suoi dintorni, descrive le rovine di Galeria (che lui chiama Castel Galera) come luogo suggestivo quasi come Ninfa (*). I resti del paese erano ormai avvolti dalla vegetazione e abbandonati all'incuria.

Non molto è cambiato dai tempi di Gregorovius, e i resti di Galeria, ribattezzata Galeria Vecchia e recentemente Galeria Antica, sono sempre lì avvolti dalla vegetazione e visitati da molto occasionali turisti.

Nel 1999 fu istituito un "Parco naturale di Galeria Antica" ma alla mia ultima visita nel 2005 non sembrava essere cambiato molto, tanto è vero che non fui in grado di percorrere l'ultimo tratto di strada ostruito da rovi e ortiche; o forse mi era sfuggito qualcosa. In quell'occasione fui anche diffidato da una persona del luogo che non gradiva che scattassi foto della sua casa colonica e in generale non sembrava gradire molto il passaggio di estranei davanti alle sue proprietà. Insomma il luogo sembrava ancora ben lontano dall'essere "visitor friendly"!