I 10 disastri della motorizzazione
Abolire l'automobile?
Vivere senz'auto - Facebook

L'automobile impone tali diseconomie alla società nel complesso che andrebbe abolita completamente e spetta al governo proporlo alla comunità
E.J.Mishan - The cost of economic growth - London 1967

Quello di Mishan è un progetto troppo ambizioso, un'utopia? Così è, ma un'utopia è tale perché non c'è la volontà di realizzarla. Chi definisce utopistico un progetto, sta di fatto dicendo una di queste due cose: o che in realtà quel progetto non lo vuole affatto o che si adegua a quel che pensa la maggioranza.

E in effetti le prospettive sono in effetti oggi più nere che mai. I governi non hanno ovviamente mai dato retta ai progetti di Mishan neanche negli anni della grande crisi petrolifera e per fronteggiare i problemi della motorizzazione continuano a praticare la politica dei palliativi: cinture di sicurezza e benzine verdi, marmitte catalitiche e piani antitraffico e via mistificando, nella persistente illusione che si possa curare il cancro con le aspirine. E il potere dell'industria motoristica e petrolifera ha ormai raggiunto dimensioni senza precedenti nella storia del genere umano superando di fatto quello degli stati compreso il più potente di tutti, gli USA. Quando tra 2008 e 2009 General Motors e Chrysler sono state sull'orlo del fallimento il governo USA (Bush o Obama, nessuna differenza in questo) volente o nolente è stato costretto a sborsare colossali somme di danaro per salvare le due aziende che minacciavano di trascinare in rovina mezzo paese. L'impero dell'auto è ormai più potente dell'impero USA. Non so se abbia senso parlare, come fece un presidente USA a proposito dell'Unione Sovietica, di Impero del Male, ma certo il cartello petrolieri-industria auto-moto è quello che attualmente meglio si avvicina a questa demonizzante definizione. Resta solo da sperare che dell'impero sovietico faccia la stessa fine.

E in Italia? Anni fa l'avvocato Agnelli padrone della FIAT si manteneva elegantemente al di sopra delle parti ed era sempre moderatamente a favore del governo italiano di qualunque colore fosse; rovesciamo questa affermazione e vediamo che tutti i governi italiani, di destra, centro o sinistra sono sempre stati favorevoli alla FIAT, non hanno mai fatto nulla che limitasse il potere forte degli Agnelli ed anzi hanno fatto a gara per compiacere il massimo impero economico del paese, costruendo autostrade, superstrade, passanti, incentivando la vendita delle automobili e delle moto con indecorosi e ignobili incentivi. C'è da stupirsi del fatto che l'avvocato Agnelli si mostrasse sempre favorevole e benevolo con tutti i governi italiani? E che esattamente la stessa cosa abbiano poi fatto i suoi eredi Montezemolo e Marchionne?

Restano solo un paio di dubbi paradossali:

Insomma per il momento parlare di abolizione dell'automobile è nient'altro che un'eresia rispetto a questa dominante religione del motore.

Ma almeno una cosa resta possibile: abolire l'automobile a livello individuale, che è poi quello che il sottoscritto ha fatto da decenni.




Fonti bibliografiche e collegamenti

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